DUE ANGELI A BABILONIA
TEATRO MASINI

MEME
unità contagiosa di evoluzione culturale
presenta il debutto del laboratorio teatrale
Due Angeli a Babilonia
liberamente tratto da Un Angelo è sceso a Babilonia di F. Dürrenmatt
un progetto di Menoventi
con il sostegno di Banca di Romagna ed il Patrocinio del Comune di Faenza
con: Silvia Bandini, Paolo Banzola, Laura Bulzaga, Bianca Maria Canepa, Cristina Casadei, Cristina Simona D’alberto, Ilena Drei, Giorgio Folpini, Fabrizia Frizzo, Francesca Fussi,
Nicoletta Gobbi, Silvia Leoni, Francesca Palma, Maria Rossini, Antonella Sangiorgi,
Barbara Sangiorgi, Gemma Volonakis
con le incursioni di: Matteo Zambrini e Roberto Savelli
guide: Consuelo Battiston, Gianni Farina
Il Teatro Masini di Faenza ospiterà, mercoledì 23 maggio alle ore 21, l’evento conclusivo del laboratorio teatrale Due Angeli a Babilonia, portata in scena dalla formazione MEME – unità contagiosa di evoluzione teatrale. Lo spettacolo, liberamente tratto da Un angelo è sceso a Babilonia di Friedrich Dürrenmatt, nasce da un progetto della compagnia faentina Menoventi ed è sostenuto dalla Banca di Romagna, con il Patrocinio del Comune di Faenza. Ad interpretare lo spettacolo sarà il nutrito gruppo di persone che hanno partecipato al laboratorio: Silvia Bandini, Paolo Banzola, Laura Bulzaga, Bianca Maria Canepa, Cristina Casadei, Cristina Simona D’alberto, Ilena Drei, Giorgio Folpini, Fabrizia Frizzo, Francesca Fussi, Nicoletta Gobbi, Silvia Leoni, Francesca Palma, Maria Rossini, Antonella Sangiorgi, Barbara Sangiorgi, Gemma Volonakis.
L’opera di Dürrenmatt si innesta nel presente svelando molteplici volti di un potere che, oggi come nell’antica Babilonia fantasticata dall’autore svizzero, può contare sul supporto determinante di una furba ottusità, o di un’ottusa furbizia.
La comunità babilonese non ha mai oltrepassato le impervie rive del Senio, gli angeli incaricati di consegnare all’uomo la grazia divina se la spassano a Mirabilandia e l’unico mendicante rimasto sulla terra viene obbligato ad una scelta radicale in nome di un regno privo di imperfezioni: diventare esattore delle tasse o morire impiccato ad un lampione.
Il (pre)testo è stato elaborato, smontato e ricostruito dalla piccola comunità del laboratorio, che durante i 23 incontri disseminati tra l’inverno e la primavera, si è indirizzata verso un’opera che ci parla con ironia di un insieme più vasto e a tratti straniante, la nostra civiltà.
Per informazioni 349 7629249