In questa sezione si trovano moltissimi oggetti provenienti dal bacino del Mediterraneo e collocabili cronologicamente dall’Età del Bronzo (3400 a.C. – 600 a.C. circa) all’epoca romana (753 a.C. – 476 d.C).

Importanti sono le ceramiche attiche la cui produzione ebbe inizio attorno al VII secolo a.C., dapprima con decorazione a figurazioni nere, sostituita dal 530 a.C. circa dalla tecnica a figure rosse, decorazioni ottenute attraverso una tecnica complessa basata su diverse cotture in atmosfera sia ossidante che riducente (priva di ossigeno). La tecnica fu una vera rivoluzione per l’epoca e darà ad Atene un assoluto predominio e prestigio artistico, con una ricca esportazione verso il mercato occidentale.

Ben rappresentati sono i buccheri etruschi, ceramiche nere e lucide (sembrano metallo) ottenute attraverso una cottura particolare in ambiente privo di ossigeno, risalenti al VII secolo a.C. collocabili nella zona di Cerveteri in Lazio, produzioni raffinate dedicate al simposio delle classi aristocratiche.

Diverse ceramiche da mensa romane e grandi contenitori utilizzati per il commercio raccontano uno spaccato della vita, della cultura e delle civiltà della Roma Antica, delle loro tecniche decorative e produttive e dei commerci nel Mediterraneo e sulla vita quotidiana.

Dopo oltre vent’anni l’esposizione è stata sensibilmente rivista nel 2023, tanto nei contenuti didattici e nella selezione dei manufatti quanto nella veste grafica. L’aggiornamento dei manufatti porta in mostra un nucleo significativo di oggetti provenienti dai depositi (il 15% per la parte classica e il 37% per quella romana), che per la prima volta sono presentati al pubblico, dopo un’accurata revisione del loro stato di conservazione.

La parte dedicata alle ceramiche della Grecia e dell’Italia nell’antichità classica si pone in continuità con la precedente, riorganizzando le vetrine sulla base di quattro grandi aree tematiche storico-culturali e offrendo alcuni approfondimenti.

Mentre l’esposizione delle ceramiche romane già in essere è stata affiancata da una selezione di manufatti provenienti da scavi faentini. Un arricchimento importante della selezione romana riguarda la possibilità di esporre una porzione dell’ampio mosaico pavimentale rinvenuto nel 1971-1972 in occasione dello scavo archeologico della domus di via Dogana a Faenza, attualmente conservato presso i depositi della Soprintendenza a Palazzo Mazzolani a Faenza.

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