A Faenza il prestigio dell’arte della maiolica, a partire dal 1693, fu legato alla manifattura dei conti Ferniani. Per due secoli la sua produzione caratterizzò e dominò il panorama artistico della città. In continuità con la tradizione precedente dei “bianchi”, la manifattura faentina si aprì verso la metà del Settecento a un gusto decorativo che risentiva dell’influsso da una parte delle mode europee, specie francesi, e dall’altra a suggerimenti esotici, come le cineserie, alimentate dalle massicce importazioni di porcellane cinesi e giapponesi da parte delle Compagnie delle Indie. Come altre manifatture italiane la fabbrica Ferniani, per la produzione di maggior pregio, ampliò la ricerca sui colori, in particolare il rosso porpora e l’oro, introducendo la cottura a “terzo fuoco”.

Emergono nella collezione le opere dipinte dal pittore lombardo Filippo Comerio, il quale creò un nuovo stile fatto di figure e rovine, tracciate in nero e campite con un verde smeraldo acceso. Il Settecento faentino comprende i repertori tipici del movimento neoclassico che diedero vita a decori poi divenuti tradizionali quali la “ghianda”, il “festone” e la “foglia di vite”.

Opere in evidenza

  • Zuppiera, Fabbrica Ferniani

  • Servizio da puerpera, Fabbrica Ferniani

  • Filippo Comerio, Coppia di Anfore

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