Il secondo dopoguerra in Italia è un periodo ricco di fermenti artistici con un avvicendarsi di poetiche, stili e figure dalla personalità innovativa e dirompente. La ceramica ne interpreta a pieno la vitalità, una rottura col passato ben rappresentata attraverso le opere dal secondo Novecento ad oggi presenti in questa galleria.

L’espressione figurativa rimane un cardine importante per tanti artisti, ispirati anche dalle grandi sculture di un maestro indiscusso come Arturo Martini. A questa si aggiunge l’aspetto “picassiano” e neocubista, diffuso in Italia soprattutto dal 1947, anno in cui Picasso inizia l’esperienza con la ceramica, superando la “virtuosità tecnica del materiale” a favore del “medium” espressivo e di una sempre maggiore libertà nell’affrontare la materia.

La riflessione informale inizia dalla metà degli anni ’50 e rappresenta una vera e propria rivoluzione stilistica che rifonda il sistema linguistico dell’arte a favore di una nuova concezione e definizione della materia che nasce da un diverso approccio alla realtà, conseguente alla ricostruzione postbellica, con la liberazione dalla figurazione (tra i grandi maestri in questo percorso espositivo sono Leoncillo, Fontana, Melotti, Valentini, Spagnulo, Zauli, Cerone).

La dimensione astratta e minimalista della scultura si avverte dalla metà degli anni ’60 quando assistiamo ad un rinnovamento, ad una riflessione e ad una indagine sulla “forma” ceramica, come rivestimento o intervento architettonico o come superficie, in quella dimensione astratto-concettuale che emerge soprattutto nelle opere di natura modulare (Tasca, Pianezzola, Tsolakos, Meli, Caruso, tra gli altri).

Il percorso si chiude con uno sguardo alle nuove promesse della scultura ceramica, guardando alle evoluzioni del XXI secolo con i recenti Premi Faenza.

Opere in evidenza

  • Leoncillo Leonardi, La dattilografa

  • Lucio Fontana, Sfere

  • Giacinto Cerone, Scultura

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