La produzione italiana dal Seicento all’Ottocento è esposta per regioni: per ogni secolo sono rappresentati i centri, le manifatture, gli artefici, le tipologie stilistiche e decorative maggiormente rappresentativi. Nel corso del Seicento perdurò la fortuna di tematiche decorative sviluppate nel corso del Rinascimento, come la decorazione “a raffaellesche” o il genere “istoriato” e l’evoluzione dei “bianchi” di Faenza. Si moltiplicarono i centri ceramici dal sud al nord dell’Italia, facendo emergere un filone popolare caratterizzato da decori a colori brillanti e dalla rapida fattura pittorica, esemplificato dalla produzione devozionale e del vasellame d’uso.

Il Settecento fu il secolo delle innovazioni tecnologiche con l’introduzione in campo ceramico di nuovi materiali, la porcellana e la terraglia, che riscossero immediato successo e che sono riccamente documentate nell’esposizione. Le porcellane orientali furono per secoli ammirate e collezionate in tutta Europa, ma la loro composizione rimase un segreto fino agli inizi del XVIII secolo, quando la prima manifattura europea di porcellana dura venne impiantata a Meissen, in Sassonia.

Ben presto il “segreto” della porcellana si diffuse in tutta Europa e anche in Italia, ove nacquero le prime manifatture a Firenze, Napoli, Nove di Bassano, Venezia, Este e Torino. A partire dalla seconda metà del Settecento si diffuse la terraglia “ad uso d’Inghilterra”, in riferimento alla sua origine nello Staffordshire intorno al 1740. La sua raffinata tonalità avorio si prestò alla realizzazione di manufatti finemente traforati o modellati in rilievo, oltre ad accogliere decorazioni sia dipinte sia in decalcomania, in blu o bruno, specialmente su cospicui servizi da tavola.

La maiolica cercò di rimanere al passo trovando nuove ispirazioni nella porcellana sia per le forme che nei decori, con l’introduzione di colori “a piccolo fuoco” (una terza cottura del manufatto in riduzione di ossigeno, con una temperatura sui 700 gradi).

Il tratto distintivo dell’Ottocento fu un diffuso eclettismo rivolto al recupero di molte tematiche dei secoli passati, soprattutto per le maioliche cinquecentesche. A Faenza si sviluppò un peculiare filone di “pittura su ceramica” dagli incredibili effetti pittorici, qui riccamente rappresentati

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